La vicenda di Israele, convenuto dal Sudafrica davanti alla Corte internazionale di giustizia dell’Aja per presunto genocidio contro il popolo palestinese, è un punto di svolta per comprendere la natura evanescente del diritto internazionale.
La Corte internazionale di Giustizia è l’organo giurisdizionale delle Nazioni Unite, dotato sia di funzioni consultive che contenziose che, nel caso in esame, è in funzione contenziosa.
La gran parte degli organi di stampa la confonde con la Corte penale internazionale che riguarda gli individui e non gli Stati, essa seppure con sede all’Aja, nulla ha a che vedere con l’organo delle Nazioni Unite de qua, da ora in poi citato CIJ.
Come detto, invece, la CIJ è un organo che coinvolge tutti gli Stati firmatari della Carta delle Nazioni Unite e obbliga gli stessi ad adeguarsi alle sue decisioni che possono avere la forma di ordinanza cautelare o di sentenza.
Il processo in atto davanti alla CIJ contro Israele ha una natura contenziosa ed il Sudafrica contesta allo Stato ebraico di voler cancellare una popolazione ovvero di avere in corso di realizzazione un deliberato progetto genocida che sarebbe confermato ai più alti livelli politici di Israele.
Le prove dell’accusa devono essere portate dallo Stato che ha instaurato il procedimento e, fino ad ora, sono state mostrate dal Sudafrica proprio dichiarazioni rese dalle più alte personalità ebraiche che confermerebbero l’intento genocida: consistenti nelle dichiarazioni del Presidente Herzog, dei Ministri e di autorevoli esponenti delle forze armate ebraiche.
Da tutte queste affermazioni emerge la totale equiparazione dei palestinesi a soggetti privi di diritti e di personalità giuridica e la disumanizzazione dell’etnia palestinese, tipica dei casi di genocidio: in particolare, in tutte tali dichiarazioni risalta la totale adesione dello Stato agente, ai suoi più alti livelli, all’idea biblica di sterminio di un popolo, qual è quella di Amalek, apertamente proclamata da tutti i vertici istituzionali israeliani.
Ecco cosa dice la Bibbia in merito:
1 Samuel 15:3 Hebrew Study Bible (Apostolic / Interlinear)
עַתָּה֩ לֵ֨ךְ וְהִכִּֽיתָ֜ה אֶת־ עֲמָלֵ֗ק וְהַֽחֲרַמְתֶּם֙ אֶת־ כָּל־ אֲשֶׁר־ לֹ֔ו וְלֹ֥א תַחְמֹ֖ל עָלָ֑יו וְהֵמַתָּ֞ה מֵאִ֣ישׁ עַד־ אִשָּׁ֗ה מֵֽעֹלֵל֙ וְעַד־ יֹונֵ֔ק מִשֹּׁ֣ור וְעַד־ שֶׂ֔ה מִגָּמָ֖ל וְעַד־ חֲמֹֽור׃ ס
Nella versione inglese la traduzione è questa: “Now go, attack the Amalekites and totally destroy all that belongs to them. Do not spare them; put to death men and women, children and infants, cattle and sheep, camels and donkeys.’”
In italiano: Ora andate, attaccate gli Amaleciti e distruggete[a] totalmente tutto ciò che appartiene loro. Non risparmiateli; mettete a morte uomini e donne, bambini e lattanti, bestiame e pecore, cammelli e asini”.
E’ chiaro che l’uso da parte dei più alti livelli politici dello Stato di questa terminologia e richiamo storico, unito ai bombardamenti indiscriminati sui civili e agli episodi di distruzione d’infrastrutture come chiese, moschee e ospedali, è una prova inequivocabile di genocidio in corso, non legittimato da alcuna risposta in chiave difensiva, agli attacchi subiti pur incisivamente da Hamas; quest’ultimo peraltro, deve evidenziarsi, non rappresenta affatto i Palestinesi che subiscono il genocidio, rappresentati invece istituzionalmente dall’Autorità palestinese che nulla ha a che fare con Hamas anzi lo combatte.
Poste tali premesse, in questa sede, ci chiediamo cosa possa accadere, a seguito della dimostrazione di tale intento genocida, di fatto già operata con i video mostrati delle devastazioni e delle dichiarazioni autoindizianti dei politici e militari israeliani.
La Corte potrebbe anche adottare delle misure provvisorie, nelle more della decisione del merito ma è da vedere quali conseguenze esse avrebbero su Israele e sulla sua attività ipoteticamente genocida: infatti, se è vero che le statuizioni in sede contenziosa della CIJ vincolano gli Stati, è altresì vero che se essi non si conformano, la decisione sfocerà semplicemente in una devoluzione della questione al Consiglio di Sicurezza, dove gli Stati, con diritto di veto, potranno comunque evitare ad Israele qualunque conseguenza giuridica o materiale, ponendo appunto il veto.
Quindi, questo evidenzia la natura esclusivamente politica di tutte le giurisdizioni internazionali anche a livello mondiale, come già nel mio scritto del 20161 precisai per la Corte Europea dei diritti umani a livello regionale.
In conclusione, vedremo gli sviluppi del processo ma ciò che è importante capire è che esso avrà solo una valenza politica, senza l’efficacia dei processi degli ordinamenti interni degli Stati, questi ultimi tutti basati sulla possibilità di eseguire le sentenze con la forza delle armi che la CIJ non ha.
Di seguito chi vorrà potrà vedere, a questo link sottoindicato, gli atti di apertura del processo e le prove di accusa citate.
- Scifo Francesco, L’ efficacia delle sentenze della CEDU. Carattere politico delle giurisdizioni internazionali, Cendon, Key Editore.
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