Lo scorrere quotidiano delle notizie dimostra sempre di più la caratterizzazione della nostra epoca trans umana cioè che va oltre i parametri creati direttamente dall’uomo.
Già oggi oltre il 50% dei contenuti di internet sono infatti creati dall’intelligenza artificiale1, detta AI, questo priva la maggior parte dei contenuti fruibili sul web di identità umana.
E’ vero che sappiamo bene che l’AI è, di base, il frutto del lavoro di programmatori umani, seppure poi elaborato automaticamente, ma è proprio questa costruzione artificiale che si sovrappone su se stessa costantemente, determinando la fredda costruzione e determinazione dei contenuti; questi vengono svuotati e privati di reale approfondimento, diventando incapaci di fornire alcun arricchimento culturale reale ai fruitori finali.
Questa enorme produzione mediatica di scatole cinesi di scarsa qualità, gradualmente spazza via dal web qualunque contenuto di rilievo e determina una sorta di assuefazione nel pubblico ad un prodotto scadente e una repulsione per tutto ciò che comporta riflessione ed un lavoro di valutazione autonoma dei contenuti.
Il processo è finalizzato ad una disumanizzazione del consumatore, nel senso che lo si abitua ad accogliere solo le notizie o i servizi privi di contenuti reali e di valori ma infarciti di contenuti apparenti con titoli scoordinati dai contenuti.
Si tratta di intestazioni acchiappa click che non corrispondono minimamente all’oggetto dell’articolo o del servizio.
Tutto ciò è voluto per disabituare il lettore a leggere i contenuti ed a fermare la sua attenzione al titolo: una volta abituato a credere che il contenuto non è importante, infatti egli non leggerà più ma si limiterà a cliccare sul titolo o sulla foto automaticamente, senza andare con attenzione oltre le prime prolisse righe.
Viceversa, tutti i contenuti reali vengono marginalizzati dal gestore del sistema, a favore d’immagini create a piramide su un substrato elaborato dai computer.
Un esempio, è l’immagine di questo stesso articolo che è stata creata con AI e dimostra la forza e l’impatto di queste creazioni artificiali artefatte.
La sottrazione dell’identità umana è necessaria ai programmatori perchè serve a destrutturare l’anima del fruitore che deve essere reso privo dei valori umani essenziali.
Ad ogni valore umano tradizionale deve essere attribuita un’etichetta distruttiva proprio per destrutturare la tradizione e l’idea stessa che i valori del bene e del male tradizionali siano ancora validi.
Quest’opera è particolarmente efficace sui ragazzi e sui giovani adulti e, purtroppo, viene replicata anche dalle istituzioni di tutela dei minori stessi che tendono a destrutturare l’idea stessa di famiglia e distruggere così ogni identità familiare; viceversa, quest’azione programmata è meno efficace su chi ha già superato l’età evolutiva ma, certamente, colpisce anche chi culturalmente non è in grado di esercitare una valutazione critica ed assorbe passivamente la luce pulsata dei contenuti programmati: quest’ultimo, si limiterà a riflettere sulla sua realtà questi impulsi.
Tuttavia, anche persone strutturate ed equilibrate devono esercitare una costante valutazione critica e se tralasciano tale esercizio vengono anch’essi travolti dalla feroce e pervasiva azione dei sistemi informatici attraverso il sapiente uso dei social e dei mezzi di comunicazione.




