MANIFESTO   DEL CAVALIERE INDACO

                                         Manifesto dell’Arte

                                              di

                                Anne Marie Delaby

           L’Arte è un incontro…Come ogni vero incontro è un’Arte.

Così vorrei incontrare altri Artisti del cambiamento, consapevoli del passaggio in cui si trova la nostra umanità giunta ad una Soglia… La soglia sospesa ai confini della realtà materiale o fisica, e della scelta tra vivere amando o morire. Non possiamo più fare finta di non sapere o di non vedere: tanto più che questa volontaria cecità potrebbe declinarsi in un serio impedimento: dal momento che peggio di chi non sa è chi non vuole sapere.

Oggi l’arte è in un imbuto, condizionata da un mercato decadente che impone le sue regole – regole di continua, quanto vuota, innovazione, divenuta retorica; anche perché una volta che si è innovato senza una motivazione profonda ma solo in ossequio a suddetta servitù, ci si ritrova al punto di partenza, svuotati o snaturati del tutto dai propri valori e moventi! Passato il momento transeunte a cui si è fatto riferimento, cosa rimane? Il nulla più assoluto.

Inoltre, la contraddizione è insita in questa dichiarata innovazione, laddove il mercato chiede all’Artista di ripetere in serie ciò che è stato veicolato come innovativo ed è piaciuto, ciò con cui è stato identificato e immesso sul mercato dell’arte. Guai a muoversi da lì, dal consueto e riconoscibile. La condizione di sopravvivenza è il successo, ossia stare sul mercato… l’oblio è la morte!

Ad oggi l’Artista, dimentico dell’ispirazione che lo muove, diventa ingegnere e super tecnologico, poiché primeggia il come sul cosa, la tecnica sul contenuto che deve essere il più astratto o risicato possibile; nell’epoca del vuoto, il pubblico non deve troppo pensare! E così, scomparsi i grandi mecenati, egli deve diventare anche manager di sé, senza più considerare le proprie ragioni artistiche: è così che ha perso l’Anima, giacché il suo stesso fare ora si pone totalmente al servizio del sistema.

Perché Il Cavaliere Indaco?

Il Cavaliere rappresenta metaforicamente l’Io superiore che dirige e guida l’io inferiore – il cavallo e il cavaliere richiamanti gli eroi mitici e al tempo stesso il tragico don Chisciotte… In questo lessico metaforico, in questa iconologia simbolica, il cavallo rappresenta dunque la saggezza che domina gli istinti, l’amore che vince la paura. È simbolo della lotta fra bene e male, della battaglia dello spirito contro il materialismo e dei valori dell’uomo “risvegliato”. Il Cavaliere va verso il futuro con coraggio – Raggio di Cuore – lotta per degli ideali e dei valori, la sua spada è la parola, il suo linguaggio l’ARTE.

Ho voluto riallacciarmi al Cavaliere Azzurro di Wassili Kandinsky e sodali, il drappello di eroici sperimentatori ispiratosi a San Giorgio che combatte il drago… Il tempo si ripete in cicli mai uguali, e la nostra epoca è per molti versi simile a quella che precedette la prima guerra mondiale, in cui è nato il gruppo del “ Blaue Reiter” (1911 – 2011).

Ma il Cavaliere “azzurro” diventa “indaco”, come mai?

 Perché l’indaco è il colore dell’evoluzione e della spiritualità odierna, lo richiamano alcune denominazioni contemporanee tra cui spicca quella, davvero significativa, dei cosiddetti “Bambini indaco”; cosicché, Il Cavaliere Indaco vuole annunciare un’epoca che sarà spirituale oltre ogni spiritualità, o non sarà.

Questo Movimento, gruppo o Manifesto, vuole nascere dalla confluenza di Artisti che sentono la necessità di un rinnovamento verso una Arte che, per riprendere Kandinsky, “trascina in alto il pesante carro dell’umanità”.

Coloro che ne condividano lo spirito e la necessità sono invitati ad arricchire codesto Manifesto con le loro idee. Naturalmente, ci sono domande aperte, e tutti gli interessati sono invitati a fare commenti e proposte, capendo che dalla nostra unione nasce la nostra forza. E come tante gocce fanno un mare, se il cambiamento comincia da noi stessi e uniamo gli intenti, potremmo riportare Luce nel buio, rinnovare la Cultura e cambiare il mondo!

Non ci devono essere limiti di tecniche, ogni artista è unico e irrepetibile come lo è la sua opera che non si dovrebbe ripetere per compiacere un mercato.  Deve essere tutelata e protetta la libertà dell’artista, la libertà di esecuzione e di espressione scaturita dall’anima.

Il filo che ci unirà sarà quindi la filosofia e i valori fondanti comuni, e quindi nel contenuto, la comunicazione intrinseca dell’opera, non nella tecnica.

L’Arte ha una mission ?

Missione dell’Arte come miglioratore dell’umanità?

Quale RESPONSABILITA’ ha l’artista dal momento in cui l’opera prodotta va guardata e susciterà un im-pressione sul pubblico, quale effetto morale o spirituale suscita la sua opera?

Io vedo l’Arte come linguaggio degli dèi e canale tra il mondo spirituale e quello fisico, una forma di gioco tra il caos e l’ordine, tra la volontà istintuale e il pensiero razionale, le pulsioni e la mente: esso può attuarsi solo nella libertà.
La vita creativa non sta solo nelle idee o nel fare compulsivo, ma nel semplice essere e vivere con Amore dalla cui profusione non si può che creare.

 “Si vede bene solo con il cuore… L’essenziale è invisibile agli occhi.” Dice St Exupéry nei panni del Piccolo Principe.

E ancora: “l’Arte è il segreto linguaggio che fa parlare il grande cuore del mondo con il cuore dell’uomo”.  R.Steiner.

Uscendo da una intellettualizzazione dell’arte che parla solo alla testa, dall’arte concettuale e manierista, volendo  staccarci da un arte puramente estetica  e piacevole che parla solo al sentimento, e evitando l’arte che parla solo alla volontà come prodotto della tecnica, improntata   alla materia, (contenitore senza contenuto)  e alla quotazione ,  vogliamo farci portatori di un Arte quale manifestazione dell’Essere, che rivela ciò che sta dietro il velo della manifestazione rendendo visibili gli arcani e le cause. Far apparire l’Essere e l’essenza entro la materia.                 

L’artista E’ TESTIMONE del suo tempo (dobbiamo piangere sul nostro tempo più che sull’arte-pattumiera) e, pertanto, non deve struggersi il cervello su come “innovare” assolutamente stile o tecnica, dimenticando la sostanza.

Arte come rivelazione dell’epoca, di cui illustra il disagio e mal-essere, la perdita dell’essenza-  di senso – assenza d’assoluto…ma non solo.

“L’arte deve turbare” dice Braque, perché risveglia, interroga, smuove e commuove, ma credo debba dopo anche portare speranza, proporre soluzioni. Perché una soluzione c’è sempre, nessuno ci può togliere la libertà di creare. E dunque l’artista non deve essere un prodotto dell’epoca, non ne ostenta la violenza, la volgarità, la decadenza, e non cade nelle stereotipie commerciali nè sottosta alle leggi di mercato, ma è un condottiero, sacerdote e profeta, voce di un’altra realtà. “La modernità è solo la metà dell’Arte: l’altra è la sua eternità”, diceva Baudelaire.

L’opera non deve essere capita ma compresa. Essa tocca i cuori e non lusinga gli istinti, e anche se illustra un dramma ne coglie la bellezza.

Andare oltre l’Ego per arrivare all’Io – percorso alchemico.

Partire dall’individualità quale “canale” di una realtà più ampia, più alta e “vera”, per fecondare la società, unendo le forze e i mezzi per realizzare “L’Opera”, trasmutare il piombo in oro e le passioni in Amore, creando un nuovo mondo, e non un nuovo ordine mondiale!

Arte deve essere associato a Bello? Quando l’estetica comprende l’etica

Il Bello è l’Essere diventato visibile.

La bellezza è Unione, congiunzione, non divisione.

Il brutto è quando l’essere si cela. E questo è MALE: riuscire a muovere questo elemento del brutto perché si riveli, allora non è più malvagio.

Quando si annulla l’autenticità per l’opportunità e la convenienza, è falsità; quando si perde la sua propria autenticità si è un vaso vuoto: ci vuole CORAGGIO e fiducia in sé-stesso per esprimerla

L’Arte vera è Sin-Cera.

Risalire al Divenire, come Archetipo artistico. Ricerca delle Metamorfosi

L’Opera come Spiritualizzazione della materia e materializzazione dello Spirito.

  • Questa è un epoca decadente o di confine??

Oggi siamo alla cernita tra la pula e il grano: la decadenza la lasciamo per chi vuol rimanere nella dimensione terza, noi consapevoli di essere al confine, vogliamo costruire ali per varcarlo in volo… Perché la nostra profondità diventi altitudine!

I Maestri Hanno detto:

“L’artista è un profeta che trascina in alto il pesante carro dell’umanità” V.Kandinsky

“L’Arte permette all’uomo di uscire dalla necessità”Aristotele

 “Se l’Arte non guarisce, non è Arte “  A.Jodorowsky

“L’Arte deve esprimere incanto”  Magritte

“Il critico è colui che conosce il prezzo di tutto e il valore di niente” O.Wilde

………….

Anne Marie Delaby   2011-2023

www.annedelaby.com

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