Questo mese il numero speciale Where is Science Going? Scenarios and Perspectives of Contemporary Technoscience della rivista Organisms dell’Università La Sapienza ospita il contributo di Julie Bicocchi dal titolo Habeas Mentem and Neurotechnology: A Brief Introduction to the Ethical Problem of Neurorights Protection, che delinea un inquadramento generale del problema dei neurodiritti dal punto di vista della ricerca scientifica.
Infatti, negli ultimi vent’anni le neuroscienze si sono evolute molto più rapidamente di quanto la normativa in materia di protezione dei diritti umani riuscisse ad aggiornarsi. Tale vuoto normativo può generae nuove e potenzialmente pericolose nicchie di mercato per dispositivi più o meno neurologicamente invasive: e la discussione intorno a ciò che non sarà solo possibile ma soprattutto lecito deve approdare ai vertici della conoscenza ed essere normato con urgenza. Diversamente potrebbero profilarsi all’orizzone scenari distopici, in cui algocrazia e tecnocrazia potrebbero convergere in un regime di perpetua sopraffazione della nostra umanità.

Credo sia il momento di non arretrare e ripristinare la COMUNE LOGICA, smarrita in questi anni. Chi vuol vivere da macchina è libero di farlo, ma non imponga regole demenziali . Come la chiesa di Bergoglio, si faccia una chiesa sua e lasci il SOGLIO DI PIETRO AI CATTOLICI
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